L’ATTIVITA’ FISICA FA BENE NON SOLO AL NOSTRO CORPO MA ANCHE ALLA NOSTRA PSICHE !

Personal Trainer Milano

L’ATTIVITA’ FISICA FA BENE NON SOLO AL NOSTRO CORPO MA ANCHE ALLA NOSTRA PSICHE !

Coordinazione, postura, flessibilità e consapevolezza dei movimenti sono oltre che basi essenziali per l’efficienza nell’allenamento anche fattori essenziali per un benessere globale.
E’ quindi di fondamentale importanza lavorare su propriocezione, equilibrio e flessibilità, oltre ovviamente a mantenere e integrare la forza muscolare, in particolare modo sulle persone adulte e sugli anziani.
Ogni allenamento quindi stimola e migliora anche le nostre capacità di rispondere alle sollecitazioni che provengono dall’ambiente intorno a noi.
Questo ci deve quindi dare la certezza che l’allenamento ha un effetto importante sul nostro stato mentale oltre che fisico !
Molti studi scientifici e medici hanno ormai dimostrato che muoversi fa bene al nostro corpo alla nostra psiche ed al nostro cervello!
QUINDI ALLENATI E VEDRAI IL TUO UMORE E LA TUA PSICHE MIGLIORARE DI PARI PASSO AI TUOI MUSCOLI !

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Allenamento contro la sindrome metabolica

L’attività fisica,contro la sindrome metabolicadeve essere breve ma intensa

L’esercizio ad alta intensità permette di ridurre contemporaneamente più fattori di rischio cardiovascolare
Quando si è in buono stato di salute per proteggere il cuore è sufficiente garantirsi mezz’ora di esercizio moderato al giorno. Se, però, si ha già a che fare con i sintomi della sindrome metabolica potrebbe essere meglio affidarsi ad un’attività fisica breve ma intensa. A suggerire questa nuova strategia sono i risultati preliminari di uno studio dell’Università del Queensland (Australia), secondo cui l’esercizio ad alta intensità, seppur breve, aiuta a perdere peso, a ridurre il livelli ematici di colesterolo e zuccheri e ad abbassare la pressione sanguigna.

La sindrome metabolica è una condizione caratterizzata dalla presenza contemporanea di più fattori di rischio cardiovascolare. Chi ne soffre è sovrappeso o obeso e ha a che fare con almeno un problema fra pressione alta, livelli di colesterolo elevati o iperglicemia. Gli autori dello studio hanno chiesto a individui affetti da questo disturbo di partecipare ad un programma di allenamento di 16 settimane. A tutti è stato chiesto di allenarsi 3 giorni su 7, ma mentre ad alcuni è stato assegnato un esercizio fisico intenso (da eseguire in 1 o 4 ripetizioni da 4 minuti), ad un gruppo di controllo è stato chiesto di eseguire per mezz’ora un’attività fisica a livelli moderati. Come ha spiegato Jeff Coombes, esperto della School of Human Movement Studies dell’Università del Queensland, “fra i 25 partecipanti che hanno preso parte al programma di allenamento ad alta intensità, 7 non soffrono più di sindrome metabolica”.

Combes ha sottolineato che riducendo contemporaneamente peso, pressione, colesterolo e livelli di zuccheri nel sangue è possibile diminuire il rischio di malattie cardiache, diabete di tipo 2 e ictus. “L’attività fisica – ha aggiunto l’esperto – è un modo dall’efficacia provata per far fronte a diversi problemi di salute, ma questi risultati dimostrano che brevi picchi di esercizio ad alta intensità possono dare risultati uguali, se non migliori, in metà del tempo”. Ora si attendono i risultati definitivi della ricerca. I suoi autori stanno infatti verificando questi primi indizi in uno studio multicentrico internazionale in cui sono stati coinvolti ben 750 partecipanti.
Fonte 24 salute

STRESS

La parola stress è ormai entrata a pieno titolo nel lessico quotidiano.

Ma cos’è realmente lo stress?!

è una risposta psico-neuro-endocrino-immunologica ad uno stimolo esterno.
Il dr.Hans Selye, già nel 1967, distingueva tra lo stress “buono” o “eustress”, e lo stress “cattivo” o “distress”.

L’eustress è lo stress che ci stimola a trovare e godere di successi e trionfi.
Il distress è lo stress che evitiamo, temiamo o patiamo quando qualcuno ci colpisce o ci troviamo in situazione aberranti.
A tale proposito, dagli studi effettuati, ostilità, depressione ed ansietà risultano essere le emozioni più deleteree.
Tutti noi abbiamo da affrontare delle sfide nella nostra vita quotidiana; l’abilità consiste nel saper gestire il nostro stress e non lasciare che i nostri circuiti diventino sovraccarichi.
Quante persone oggi fanno ginnastica appunto perché si sentono “stressate” e vogliono svagarsi o meglio ancora “scaricarsi”?

Stress e sistema endocrino
Il distress ha effetti devastanti sul nostro organismo.
Considerando la sfera psico-emotiva, situazioni di “distress” cronico possono fungere da “spine irritative” che costantemente destabilizzano le ghiandole surrenali in primis.
Stress e ghiandola surrenaleLa ghiandola surrenale è una formazione piramidale di colorito giallastro -dato dal grasso- del peso di circa 7.5 g., posta sul polo posteriore di ciascun rene, annidata tra il rene, il diaframma e le principali vene e arterie della parete posteriore della cavità addominopelvica.
Riccamente vascolarizzate come tutte le ghiandole endocrine, ricevono sangue dall’arteria renale, dall’arteria frenica inferiore e dall’arteria aorta.
Il ritorno venoso è assicurato dalle vene surrenali.
Dal punto di vista funzionale ogni ghiandola può essere suddivisa in una zona esterna o corticale e in una zona interna o midollare, secernenti ormoni diversi ma con un controllo sinergico dello stress.
Gli ormoni prodotti dalla corticale sono i Corticosteroidi, di vitale importanza.
Gli ormoni prodotti dalla midollare sono i Mineralcorticoidi, anch’essi estremamente importanti.
Tra di essi il più importante funzionalmente è l’Aldosterone, che agisce riassorbendo dal tubulo renale gli ioni sodio e l’acqua favorendo in parallelo l’eliminazione degli ioni potassio con l’urina.
Tra la zona glomerulare e reticolare vi è la zona fascicolata, che ricopre circa il 78% del volume corticale: gli ormoni prodotti in questa zona sono i glicocorticoidi, il più importante dei quali è il cortisolo, seguito, in ordine di importanza, dal corticosterone; il fegato converte parte del cortisolo circolante in cortisone.
Tutti questi ormoni agiscono accelerando i processi di sintesi di gluconeogenesi e di glicogenosintesi, in special modo a livello epatico.
Su di un livello prettamente biochimico, un eccesso di zuccheri, caffè, tireostimolanti e sostanze lipotrofiche può squilibrare queste ghiandole.
Il distress provoca anche altri squilibri di rilevante importanza:
le reazioni di “Fight or Flyght” -lotta o fuggi- localizzate nel cervello limbico o rettiliano che condizionano la nostra quotidianità, provocano un “bombardamento” di impulsi dei motoneuroni Y attraverso il Sistema Piramidale, generando un ipertono dei muscoli estensori inferiori e dei muscoli flessori superiori.

Il nostro corpo in pratica si irrigidisce, perdendo la sua elasticità e mobilità osteo-artro-mio-fasciale.
La nostra postura si adatta ad una situazione di stress afisiologica e non più sopportabile!
Ciò può ovviamente portare anche a disturbi articolari o miofasciali.
Inoltre il distress origina altre importanti variazioni ormonali e soprattutto pesanti modificazioni nella nostra composizione corporea, come vedremo in seguito.
In fisiologia, le ghiandole surrenali, stimolate dall’iisi anteriore, sono le prime ad essere interessate, generando squilibri nella genesi dei glucocorticoidi ma soprattutto una ipercortisolemia con le possibili conseguenze che sono:

incremento della disgregazione proteica;
incremento dell’eliminazione dell’assorbimento di leucina nella sintesi proteica;
incremento del ciclo aminoacidico, che porta ad una maggior sintesi e disgregazione proteica;
incremento dei livelli di grasso corporeo tramite la stimolazione della LPL LipoProteinLipasi;
incremento della produzione di Somatostatina, la quale blocca il rilascio di GH dall’iisi anteriore e porta quindi a catabolismo muscolare e lipogenesi;
soppressione della steroidogenesi testicolare nell’uomo tramite l’inibizione della produzione di LH – ormone Luteinizzante- stimolato dall’iisi anteriore
deviazione dell’utilizzazione del glucosio dai muscoli al cervello, quindi possibile astenia muscolare;
incrementa l’azione della midollare surrenale con l’attivazione del SNS stimolando la produzione delle due catecolammine Adrenalina e Noradrenalina, e generando ipertensione relativa, lipolisi, resistenza periferica e inibizione del rilascio insulinico, gluconeogenesi epatica e aumento del consumo di O2, quindi del metabolismo basale; a lungo andare si arriva ad una ipoadrenia “paradossa”.
L’A.C.S.M. (American College of Sports Medicine), negli anni, ha svolto diversi studi riguardo l’influenza che il distress esercita sull’organismo umano e riguardo l’effetto positivo dell’esercizio fisico nel contrastarlo e nel ridurlo.

Effetti dell’esposizione cronica al distress secondo A.C.S.M.

incremento aterosclerosi
incremento aterosclerosi carotidea
vasospasmo
ischemia miocardica
occlusione delle arterie coronarie
incremento di aritmia ventricolare
++ dispnea ↔ COPD/CRPD
incremento di immunoglobuline → ++ artrite
incremento colesterolo LDL e VLDL
decremento colesterolo HDL
incremento della pressione sistolica
maggior sensibilità adrenergica pancreatica nel diabetico tipo 2
immunosoppressione
incremento di rilascio e sintesi di adrenalina
diminuzione della proliferazione linfocitaria
diminuzione dell’attività delle Natural Killer → tumori
incremento del livello delle catecolammine circolanti
alterazioni del Sistema Nervoso Autonomo
sovrastimolazione ipotalamica
Efficacia dell’esercizio fisico nella riduzione dello stress secondo A.C.S.M.

maggior controllo del sistema centrale monoamminico
corretta regolazione dell’asse ipotalamo-pituitaria-surrene
incremento nei livelli di β-endorfine e β-encefaline
attenuazione della risposta cardiovascolare dinanzi ad eventi stressanti
decremento della risposta β-adrenergica nel miocardio dinanzi ad attività fisica o disagi comportamentali
acuto effetto profilattico nella riduzione della pressione sanguigna dinanzi ad eventi stressanti
maggior utilizzo dei substrati energetici → miglior risposta insulinica nel diabete 2
maggior elasticità tissutale
Aumento HDL
Decremento LDL e VLDL
In sintesi la regolare attività fisica può efficacemente ridurre gli effetti deleteri del distress sul nostro organissmo.

quali integratori usare nel crossfit

 

Il CROSSFIT è un programma di allenamento che ha l’obiettivo di ottimizzare le competenze psico fisiche dell’individuo, in ognuna delle dieci componenti del fitness riconosciute:

Resistenza Cardiovascolare e respiratoria
Stamina (la capacità del nostro corpo di produrre, immagazzinare e utilizzare energia)
Forza
Flessibilità
Potenza
Velocità
Coordinazione (qualità da allenare e fondamentale per l

o sport e la vita quotidiana)
Agilità
Equilibrio
Precisione ( permette di eseguire il gesto in maniera più economica)

Gli atleti sono allenati per essere competenti in prove multiple e costantemente variate.

La forza del programma CROSSFIT è la non specializzazione ; questo si distingue dagli altri programmi in quanto ha come obiettivo l’ottimizzazione della risposta neuroendocrina, attraverso l’utilizzo di movimenti funzionali eseguiti ad alta intensità.

Per tali motivi non è facile scegliere un buon INTEGRATORE PRE WORKOUT adatto al Crossfit in quanto spesso questi prodotti sono studiati per il Body Building e non per una disciplina che è più complessa come il CrossFit.

Un integratore pre-workout specifico per il CrossFit dovrebbe contenere :

Creatina Citrato
Beta Alanina
Arginina
Carboidrati a lento rilascio
Sostanze alcalinizzanti
Creatina citrato per l’azione ergogenica e pro energetica, una molecola caratterizzata dall’assorbimento veloce, che fornisce un substrato per la prestazione di tipo anaerobico alattacido.

In sinergia alla creatina citrato dovrebbe agire :

la beta-alanina, che si trasforma in carnosina ed ha un azione tampone sull’acido lattico prodotto durante lo sforzo anaerobico-lattacido.

Un’altra sostanza utile è l’arginina che promuove la produzione di ossido nitrico che migliora il trasporto di ossigeno nei muscoli e promuove lo smaltimento dell’ammoniaca e dell’acido lattico accumulato durante la seduta di allenamento.

Un’altra azione ottima è data dalla sostanza alcalinizzante pH alcalin che grazie alla presenza del migliora l’assorbimento degli aminoacidi.

La base energetica dovrebbe essere strutturata su di una miscela di carboidrati e zuccheri a rilascio modulato che permettono di stabilizzare l’apporto di glucosio ematico, ovviando a cali della glicemia e fornendo un substrato per un tempo tecnico utile per la seduta allenante.

Per il post workout le regole sono simili al Body Building in quanto bisogna ricaricare i muscoli di glicogeno e quindi avanti tutta con:

carboidrati semplici
proteine del siero del latte
glutammina
vitamine e sali minerali

keope una esperienza unica per una vita migliore

Bastano 12 minuti per stare bene Keope GPR agisce su corpo e mente e fornisce un benessere globale immediato. Keope GPR è una struttura ergonomica a supporti essenziali situati in zone corporee ad alta presenza di meccanorecettori.

La sua attività elettromeccanica applicata sui dieci oppositori gravitari e gestita da un programma multicontrollo perm

ette di attivare il sistema neuromuscolare centrale e di ottenere così una risposta fisiologica a largo spettro terapeutico.

Presentazione-Keope-World2Gli effetti positivi si possono già valutare nella prima applicazione e sono stati già certificati da diversi centri di ricerca: CNR Centro Nazionale Ricerche; Università di Milano; Università di Perugia.

Keope GPR è un sistema innovativo che si basa sulla concezione olistica della priopercezione: priopercezione esterosensoriale, priopercezione psicosensoriale e priopercezione interosensoriale.

La struttura si avvale di un sistema audio “olofonico”, di un sistema a “risonanza cutanea” e di una postura a “completo scarico funzionale in decoaptazione globale”.

Uno degli esercizi migliori per la parte superiore del corpo, le parallele ( Dip )

Bodytonik

99c7266d343efb65ee946cb203425c56Le dip rappresentano un’ampia categoria di esercizi, nella maggior parte dei casi calistenici (a corpo libero), che impone un movimento multiarticolare  degli arti superiori più  spesso caratterizzato da una traiettoria bidimensionale o tridimensionale intermedia tra la flessione, l’adduzione e la flessione orizzontale della spalla , e dall’estensione del gomito . Considerando che la traiettoria del braccio è variabile e modificabile, il movimento delle dip può svolgersi su diversi piani di lavoro. Poiché il carico durante le dip a corpo libero è determinato dal peso corporeo del soggetto (o dall’eventuale sovraccarico) e dalla sua conformazione, possono essere eseguite diverse variazioni biomeccaniche che alterano l’attività muscolare fornendo potenzialmente un maggiore o un minore stimolo sul muscolo bersaglio che si intende sollecitare. Le rappresentazioni più comuni delle dip sono eseguite alle parallele e su panca, ma l’esercizio può essere praticato su barra orizzontale, su barre convergenti o divergenti, agli anelli  della ginnastica artistica , o su alcune…

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la Carnitina un ottimo alleato per la perdita del grasso

A cosa serve la carnitina:

La funzione generale della carnitina è di trasportare acidi grassi all’interno delle cellule, in modo che questi vengano utilizzati come energia dai mitocondri cellulari. Poiché anche secondo diversi studi la carnitina favorisce la combustione dei i grassi, si è constatato che la mancanza di tale sostanza porti alla produzione di energia ridotta e un aumento del tessuto adiposo. Dalla carnitina si hanno anche altre importanti proprietà benefiche, come ad esempio un miglioramento della funzione cardiovascolare, si pensa favorisca l’abbassamento del colesterolo e grazie alla sua importante proprietà di convertire i grassi a scopo energetico se impiegata in ambito sportivo favorisce anche il miglioramento delle prestazioni atletiche. Numerosi studi hanno dimostrato i benefici di assunzione di integratori di carnitina per la perdita di peso, ma nella realtà scientifica ci sono studi a favore ma anche altri ed altri contro la carnitina dei quali prendere atto. Uno dei pià famosi studi a favore dell’utilizzo della carnitina è stato svolto presso l’Università di Lipsia (Germania) dal Dr. Detlef Mueller il quale ha concluso che la carnitina aiuta ad aumentare la “combustione” dei grassi ed ha inoltre dimostrato che la mancanza di carnitina nella nostra dieta rallenta il metabolismo dei grassi, e l’aumento del tessuto adiposo del corpo.

Dove si trova la carnitina:

Negli alimenti, la carnitina si può trovare nella carne (soprattutto carni rosse) ed in misura minore, anche nelle proteine vegetali ricavate da semi di soia, prodotti caseari e anche nell’avocado.

Formati e dosaggi della carnitina:

La presentazione può essere variata, il più comune è la capsula. La dose giornaliera di carnitina varia in base alla età, costituzione e sesso della persona, il dosaggio suggerito del ministero competente italiano è di 200 mg al giorno, però generalmente in tutte le letture scientifiche si fanno riferimento a quantità di carnitina giornaliere consumate che si aggirano tra i 1500 mg e 4000 mg suddivisi in più dosi.Quando prendere la carnitina?
Il momento ideale è, secondo l’esperienza personale di tante persone, 40-50 minuti prima dell’attività fisica o 30 minuti prima di ogni pasto.Controindicazioni ed effetti collaterali conosciuti della carnitina:Gli effetti avversi della carnitina sono generalmente rari, lievi e transitori ma se assunta ad alto dosaggio può causare vomito, nausea, diarrea e crampi addominali e comunque resta sempre un buon consiglio quello che può fornire solamente un medico, terapista o altro personale sanitario professionale competente.

KETTLEBELL: UN ALTRO MODO DI FARE I PESI

KETTLEBELL: UN ALTRO MODO DI FARE I PESI

Nei centri sportivi di tutto il mondo sta prendendo piede l’utilizzo del kettlebell come alternativa ai pesi classici. In realtà la pratica con questo tipo di attrezzi non è di recente diffusione ma per un lungo periodo è stata messa da parte per lasciare posto all’uso di manubri e bilancieri moderni. Peso in ghisa dalla forma a sfera provvisto di maniglia, disponibile in diverse pezzature (dai 4 ai 48 kg e anche oltre), il kettlebell viene utilizzato per diversificare il classico lavoro con i pesi al fine di introdurre componenti nuove in grado di agire sia sulla motivazione che sul sistema fisiologico.

L’uso dei kettlebells nell’era moderna è datato alla fine del 1800, con lo sviluppo della cultura fisica e delle gare di forza del tempo. In realtà, l’uso di attrezzi simili risale a più di 2000 anni fa. Nell’antico Egitto, ci si allenava con delle giare particolari riempite di materiali diversi, dalla sabbia all’acqua, al fine di variare il peso dell’attrezzo.

Noti anche con il nome di Gyrie, i kettlebells hanno dato origine a delle vere e proprie specialità sportive come il Girevoy sport. In Russia, peraltro, il loro uso è molto diffuso sia presso gli sportivi per la preparazione atletica che presso le forze di polizia per mantenere lo stato di forma fisica.

Oggi, il fitness moderno sta riprendendo in considerazioni questi attrezzi per integrarli nelle moderne metodologie di allenamento. Il vantaggio essenziale dell’allenamento con i kettlebells è di riuscire a coniugare in una unica attività l’allenamento con i pesi, l’attività cardio vascolare e la coordinazione e lo sviluppo motorio. I movimenti utilizzati, sotto il profilo bio-meccanico sono abbastanza semplici. La difficoltà subentra quando ad esempio si impugnano due kettlebells da 20 Kg. Ogni gesto atletico deve essere preciso, eseguito con controllo, coordinazione e nella massima concentrazione.

La pratica rende l’atleta più bravo consentendogli di ottenere benefici fisici sempre maggiori. Con questi attrezzi è possibile allenarsi in poco tempo massimizzando i risultati. Il lavoro coinvolge tutto il corpo, stimolando le grosse aree corporee al fine di generare dei risultati duraturi nel tempo. La varietà dei movimenti possibili è molto ampia. Oltre a sedute singole, si possono eseguire anche lezioni di gruppo con istruttori qualificati.

I benefici nell’uso dei Kettlebells

Esercizi diffusi nelle palestre come quelli di distendere il bilanciere sopra il petto o spostare i manubri sopra la testa sono ottimi perché condizionano il corpo nel miglioramento delle varie caratteristiche di forza aumentando anche il metabolismo. Premettendo che il lavoro con i pesi classici rimane valido, gli stessi o altri esercizi possono essere eseguiti avvalendosi dei kettlebells.

Nella preparazione atletica ai vari sport, l’uso di questi attrezzi consente di lavorare in maniera più efficace sulla forza dinamica preparando meglio il corpo ai cambi di direzione e alle accelerazioni improvvise classiche di sport come il rugby o il football americano. Esercizi come lo Swing (vedi sotto), atti a questo scopo sono difficilmente eseguibili con i classici manubri da palestra. La gran parte dei movimenti, richiede una contrazione costante dei muscoli deputati alla stabilità del baricentro, con un effetto di rinforzo sia delle fasce addominali che di quelle della bassa schiena, fondamentali in tutti gli sport, per il miglioramento della prestazione sportiva e per la prevenzione dagli infortuni.

Includere nella propria routine di allenamento l’uso dei kettlebells significa migliorare la presa delle mani agendo sia a livello dei polsi che degli avambracci. Il kettlebell si avvicina di più agli oggetti di uso comune, per questo riesce a stimolare i muscoli delle braccia da angolazioni impossibili con i normali pesi da palestra.

Con l’esercizio di Strappo (vedi sotto), si riesce a migliorare la mobilità scapolo-omerale. Il lavoro eseguito sull’articolazione è fondamentale nella prevenzione degli infortuni su questa delicata area corporea.

 I kettlebells possono essere usati in diversi modi:

• Un kettlebell per ogni braccio

• Un kettlebell tenuto con entrambe le mani

• Un kettlebell passato di mano in mano

Nell’ultimo caso, oltre a lavorare la zona del corpo specifica per cui si esegue l’esercizio, si agisce anche a livello generale migliorando sensibilmente la coordinazione e la forza dinamica.

I kettlebells rappresentano l’anello mancante tra gli esercizi a corpo libero e l’attività con i classici pesi liberi. In tutti i movimenti, oltre a stimolare fortemente l’area interessata, si attivano in maniera forte i muscoli stabilizzatori. Gli esercizi con sovraccarico, in particolare quelli con manubri e bilancieri stimolano parecchio i muscoli di tutto il corpo deputati a stabilizzarlo durante l’intero movimento. Volendo stilare una sorta di classifica in base alla sollecitazione dei muscoli stabilizzatori i kettlebells vanno collocati sicuramente al primo posto.

Macchine a Camme  Bilancieri  Manubri  Kettlebells

Bassa stimolazione De Muscoli Stabilizzatori

Massima stimolazione Dei Muscoli Stabilizzatori

Il kettlebell consente una maggiore libertà di movimento, garantendo traiettorie più naturali. In pratica si adatta maggiormente alle linee del corpo.

Inoltre, in alcuni casi, può rappresentare una valida palestra portatile. Sono robusti, compatti e possono accompagnare negli spostamenti fuori casa consentendo di recuperare preziose sedute di allenamento. È anche grazie a queste caratteristiche che molte persone li scelgono per costruire una personale palestra casalinga. Si pensi a chi ha a disposizione poco tempo per allenarsi e non ha molto spazio in casa da dedicare all’angolo fitness.

I Kettlebells:

• Sono adatti a tutte le età grazie alle diverse pezzature di peso in commercio

• Sono sicuri a patto che gli esercizi vengano eseguiti seconda la forma di esecuzione corretta

• Migliorano notevolmente la presa e la forza delle mani (es. Snatch e Bottom-Up and Clean)

• Rinforzano l’apparato muscolo-scheletrico aiutando a prevenire gli infortuni sportivi

• Sono più economici rispetto ai tradizionali attrezzi da palestra, per il loro utilizzo non sono necessarie panche o altre strutture. Per questo motivo sono particolarmente indicati per l’allenamento domestico

• Aumentano la mobilità delle spalle e del bacino

• Oltre che nella crescita muscolare, sono utili anche nel dimagrimento grazie al condizionamento a livello metabolico

• Sono utili per migliorare tutte le componenti di forza, da quella esplosiva a quella resistente

• Riducono notevolmente i tempi di allenamento; con un paio di kettlebells è possibile allenarsi anche in 30 minuti

• Realizzano un ottimo condizionamento motorio

• Grazie al carico separato sugli arti, sono utili nel recupero di eventuali squilibri di forza

• Aiutano a migliorare ed affinare la tecnica di esecuzione con bilancieri e manubri

 Per le Donne

L’uso dei kettlebells permette sia di ottenere un ragguardevole stato di forma generale (mantenendo sotto controllo il peso corporeo) che di incrementare la forza senza aumentare la massa muscolare. Tutte le donne desiderano un fisico asciutto e tonico. Questo si traduce in una bassa percentuale di adipe e in muscoli forti senza necessariamente essere voluminosi. Un sostanziale aumento di massa magra condiziona l’organismo nell’innalzamento del metabolismo a riposo facendogli bruciare più calorie e riducendo in tal modo la percentuale di grasso.

 Per gli uomini

I kettlebells permettono di sviluppare il fisico stimolando i grossi distretti muscolari, quali cosce, schiena e petto. Essi inoltre rappresentano una valida alternativa a quegli esercizi monoarticolari con i pesi che spesso risultano stressanti a livello muscolo-scheletrico.

 Alcuni esercizi con i Kettlebells

Swing

È un movimento base necessario per la pratica negli altri esercizi. Mobilizza particolarmente il bacino stimolando in maniera robusta tutta la fascia addominale. Gli uomini possono iniziare con un peso di 16 Kg mentre per le donne ne è consigliato uno da 8.

L’esercizio consiste nell’accosciarsi oscillando contemporaneamente le braccia tra le cosce tenendo un kettlebell tra le mani. Può essere eseguito anche con un braccio solo. Il gesto balistico deve essere preciso e controllato. La zona centrale del corpo deve rimanere contratta durante tutto l’esercizio al fine di preservare la schiena da possibili traumi.

Front Squat

È un ottimo movimento che consente di potenziare cosce, schiena e addome. Può essere eseguito con uno o due kettlebells contemporaneamente. Consiste nell’accosciarsi tenendo l’attrezzo in mano. Anche in questo caso risulta fondamentale contrarre i muscoli dell’addome e della schiena.

Altri esercizi sono ad esempio il Turkish Get-Up, il Clean, lo Stacco da terra ad una gamba.

Le varianti ad un braccio sono sconsigliate in caso di problemi alla colonna vertebrale come ad esempio scoliosi. Il peso tenuto su un singolo arto sbilancerebbe troppo la spina dorsale facendola lavorare ulteriormente fuori asse. In questi casi è meglio preferire movimenti a due braccia.

Nel caso di squilibri di forza, per i movimenti monolaterali è meglio iniziare sempre con parte del corpo più debole. Eseguire un numero di ripetizioni massimo, cambiare lato e fare lo stesso numero di movimenti per la parte più forte utilizzando il medesimo peso. A lungo andare questo consentirà al corpo di compensare lo squilibrio.

Compromessi

Il cambiamento della vita, del lavoro ha portato la nostra società ad essere sempre più sedentari.
Il dispendio energetico e’ molto diminuito ma la nostra alimentazione e’ rimasta più o meno la vecchia e solita dieta mediterranea.
L’attività fisica ridotta per mancanza di tempo,voglia ma sopratutto legata ancora all’attività aerobica.
Provocando un aumento delle persone che soffrono di sovrappeso,diabete e altri problemi derivanti da una vita sedentaria,cattiva alimentazione e attività fisica ridotta a poco e spesso sbagliata.
La televisione non ci aiuta, perché propone ormai parecchi programmi che parlano di cibo, non aiutando chi comunque abbia deciso di rimettersi informa.
Per avere dei risultati bisogna scendere a compromessi:
Mangiare meno carboidrati complessi, aumentare il consumo di verdura e frutta, mangiare proteine nobili, non saltare i pasti, fare attività,fisica regolare almeno 3 volte la settimana basta un ora, e farsi seguire da un professionista che vi sappia creare un programma specifico per le vostre esigenze.
Questo vi farà risparmiare tempo e denaro

Functional Training

Cos’è il Functional Training e come strutturare una lezione? Una mini guida teorico pratica sull’allenamento funzionale

L’Allenamento Funzionale oggi fornisce una validissima alternativa ai classici corsi fitness poiché propone un metodo di lavoro diversificato, che se ben strutturato, aumenta la voglia di muoversi e divertirsi facendo qualcosa di utile per la salute.

Il Functional Training, infatti rappresenta senza ombra di dubbio la massima evoluzione della performance fisica orientata alla massima efficienza sportiva e non solo.
I risultati ottenuti da questa tipologia di allenamento sono molto concreti, perché la tipologia di lavoro svolto è concreta.
Per Allenamento Funzionale nello specifico si intende un insieme di esercizi che permettono al nostro corpo di migliorare la sua performance fisica nelle varie situazioni richieste, sia in ambito sportivo che nella vita quotidiana.

Si tratta sostanzialmente di preparazione fisica a 360°, in cui si amplia il “repertorio motorio” di ognuno, e si facilitano notevolmente le attività quotidiane.
Il termine funzionale ha un significato ben preciso in chinesiologia. Si intende, infatti l’esecuzione di un movimento senza alcuna limitazione, vale a dire nel suo ROM (range of movement) fisiologico con il minimo dispendio energetico. Tutto ciò naturalmente presuppone una mobilità articolare, un’elasticità muscolo-tendinea e un certo grado di forza.

L’allenamento proposto dal “Functional Training”, permette il mantenimento e lo sviluppo simultaneo di questi parametri, infatti fornisce in un’unica formula la possibilità di allenare tutte le capacità condizionanti:

Forza
Rapidità
Resistenza
Mobilità articolare
e le capacità coordinative.

Il principio su cui esso si basa è che il corpo nei sui movimenti o nelle sue posture è un’unica struttura e come tale deve essere allenato. L’allenamento quindi non divide i vari gruppi muscolari, ma li costringe a lavorare in sinergia. Gran parte degli esercizi sono a carico naturale e mettono a dura prova le nostre strutture muscolari con il beneficio però di ottenere un corpo tonico, forte, esplosivo in una parola: atletico.

Il fisico asciutto e tonico che si costruisce è la risposta del nostro organismo all’allenamento.

A differenza degli esercizi eseguiti per fini estetici, qui l’obiettivo è portare a termine il movimento nel modo più esplosivo possibile, come detto prima il risultato estetico è una conseguenza non il fine. Attenzione non sto dicendo che gli esercizi fatti per fini estetici non sono validi, cerco semplicemente di sottolineare, che chi vuole praticare questa tipologia di allenamento solo per fini estetici è fuori strada, poiché il percorso prevede tutt’altro. Solo per fare un’esempio: chi pratica funzionale non ha la necessità di incrementare la massa muscolare, anzi perfettamente il contrario. L’obiettivo principale come detto prima rimane l’esecuzione di movimenti che devono essere rapidi, esplosivi e coordinati.

Principalmente per evitare di sovraccaricare tendini ed articolazioni si alternano periodi in cui si lavora a pieno carico (80-90-100% del massimale) con conseguente aumento di forza, a periodi di lavoro di recupero (50%ca del massimale), in cui però i movimenti esplosivi e il numero delle ripetizioni, assicurano sempre una buona attivazione neuro-muscolare.

Naturalmente strutturare una lezione di Functional Training non è una cosa immediata e presuppone alcune conoscenze tecniche molto specifiche, altrimenti si corre il rischio di mettere insieme soltanto degli esercizi senza che alcuno di esso sia legato all’altro.

Nel funzionale si possono utilizzare diverse attrezzature: kettlebells, manubri, bilancieri, palle mediche e qualsiasi altra zavorra, poi si può utilizzare la sbarra, la fune la spalliera svedese ecc.; la cosa importante è capire i punti cardine di questa tipologia di allenamento al fine di riuscire ad ottenere una programmazione idonea al raggiungimento dei nostri obiettivi.

Di seguito brevemente la descrizione delle capacità condizionanti e coordinative che ci è utile per poter meglio comprendere i parametri che regolano la programmazione e la progressione nel Functional Training al fine di ottenere un allenamento costruito su solide basi scientifiche ed evitare di mettere semplicemente assieme degli esercizi.

Forza. Capacità che permette di vincere una resistenza o di opporvisi tramite lo sviluppo di un certo grado di tensione muscolare. Viene generalmente suddivisa in: Assoluta e Relativa. Poi in massima, rapida, resistenza alla forza e reattiva.
Rapidità. Capacità di reagire ad una stimolo o di eseguire un movimento con la massima velocità possibile.
Resistenza. Capacità di mantenere una determinata prestazione per un periodo di tempo.
Mobilità articolare. Capacità di riuscire ad eseguire movimenti con un’ampiezza ottimale d’escursione nella articolazioni interessate, ciò presuppone anche un certo grado di elasticità muscolo-tendinea.
Capacità coordinative. Sono determinate dal controllo e dalla regolazione del movimento da parte del sistema nervoso e permettono di organizzare, adattare e trasformare un movimento. Costituiscono la base per l’apprendimento ed il miglioramento delle capacità tecniche e sono in stretta interazione con le capacità condizionali. Permettono di realizzare azioni motorie efficaci, dalle più semplici alle più complesse, e spesso in teoria dell’allenamento vengono identificate con il termine di “destrezza”.
Il principio base dell’Allenamento Funzionale naturalmente è lo stesso di qualsiasi altro sport o disciplina e ciò che affinché un allenamento sia valido la sua intensità deve riuscire a fornire una sollecitazione adeguata tale da rompere l’omeostasi dell’organismo, in maniera che quest’ultimo provveda ad una compensazione. È possibile orientare il Functional Training a diversi scopi, a seconda delle esigenze di ognuno. Così si possono programmare dei corsi che mirano al miglioramento della performance sportiva o dei corsi finalizzati al benessere in generale.

Tenendo sempre presente e sottolineando che la scelta degli esercizi e dei parametri che li regolano (volume, intensità, frequenza, densità), sono determinati dalla classe o dall’atleta che stiamo allenando.

Considerando anche che, nella pratica del Functional Training bisogna cercare di essere al top durante tutta la preparazione. Personalmente suddivido il periodo di allenamento in tre fasi:

Preparazione Generale
Preparazione Specifica
Fase Carico/Recupero
Preparazione Generale
Obiettivo
Condizionamento/Ricondizionamento generale
Durata
dalle 4 alle 6 settimane
Tipologia di lavoro
è caratterizzata da esercizi di preatletismo generale ponendo l’accento su equilibrio e propriocezione
:
Preparazione Specifica
Obiettivo
Miglioramento della resistenza specifica
Durata
8-12 settimane
Tipologia di lavoro
condizionamento specifico dei singoli distretti corporei che verranno successivamente impiegati nelle posture e nei movimenti a corpo libero nonché dalla corretta esecuzione dei movimenti stessi, che devono essere ampi e controllati in ogni fase, in modo particolare nella fase eccentrica
In questa fase è bene porre l’accento sulla zona “core”, con esercizi che ne migliorino la forza e la resistenza.

Fase Carico/Recupero
Obiettivo
Sviluppo forza e potenza muscolare
Durata
12 settimane totale, di cui ogni 3-4 di carico inserisco 1 settimana di recupero (totale o parziale)
Recuperare permette all’organismo di riparare i microtraumi subiti, questo ci aiuterà a prevenire gli infortuni e a mantenere la forma ottimale per un periodo più lungo. Anche il recupero fa parte dell’allenamento e anch’esso è funzionale.
Tipologia di lavoro
Molti degli esercizi sono a carico naturale (trazioni, piegamenti, ecc.), in altri si utilizzano degli attrezzi (manubri, bilancieri, kettlebells, giubbini zavorrati, ecc). I movimenti devono essere esplosivi in fase concentrica e pienamente controllati in fase eccentrica. L’utilizzo di posture statiche specifiche, con conseguente lavoro in isometria favorisce la prevenzione degli infortuni
Adesso vediamo nello specifico i singoli parametri:

Esercizi per l’equilibrio e la propriocezione
Sono esercizi essenziali per poter progredire in questa disciplina in quanto permettono una maggiore consapevolezza corporea. In una prima fase verranno eseguiti in maniera differenziata, ma ben presto potranno essere abbinati agli esercizi più complessi.

Consiglio comunque di inserirli nella fase di riscaldamento se voglio focalizzare qualcosa di nuovo, poiché il sistema nervoso è più “lucido”, a fine lezione se voglio lavorare sotto stress.

Core Training
Personalmente credo sia un punto cardine di questa attività. Una zona “core” poco allenata non permetterà di avanzare molto nel percorso che stiamo seguendo. Ecco perché è importante fin dall’inizio condizionare questa zona, che brevemente descrivo: Core letteralmente significa nucleo ed indica quella zona centrale del complesso coxo-lombo-pelvico che coinvolge la cintura addominale profonda e i muscoli paravertebrali, e che consente di sviluppare stabilità e reattività.

Per fornire il giusto condizionamento e propriocezione bisogna lavorare molto con le posture in isometria sia in decubito prono (le preferisco, poiché permettono di spaziare molto e si possono facilmente adattare ai principianti) che in decubito supino (meglio atleti esperti), man mano poi bisogna aggiungere strumenti dinamici di disturbo che creino instabilità così da costringere continuamente il corpo a trovare il giusto equilibrio nelle varie posture (esempio tavolette propriocettive o swissball).

Gli esercizi di core training devono essere inseriti in ogni lezione e poiché ne esistono un’infinità non c’è il rischio di annoiarsi. Consiglio di inserirli all’inizio della lezione poiché non riscuotono un grande successo, specialmente gli isometrici a tempo. Quasi dimenticavo siccome si parla di funzionale meglio se li alterniamo con tre minuti di corda o 30 piegamenti sulle braccia.

Sviluppo Resistenza
Lo sviluppo della resistenza nel funzionale è direttamente collegata all’intensità e alla durata dell’allenamento. Il problema principale è che non sempre si riesce a mantenere la FC nella soglia aerobica stabilmente per un periodo di tempo ottimale, poiché il recupero è presente in ogni cambio esercizio, in più essendo quasi sempre attivo prevede un cambio di esercizio, con una nuova regolazione dei sistemi metabolici. Quindi non bisogna aspettarsi lo sviluppo di una resistenza da maratoneta con conseguente riduzione della FC cardiaca, bensì un buon adattamento dell’apparato cardio-respiratorio agli sforzi ripetuti, quindi una resistenza specifica, e una buona capillarizzazione dei vari distretti muscolari.

Sviluppo Forza
Lo sviluppo della forza prima e della potenza dopo è il prodotto finale dell’Allenamento Funzionale. Si parte dallo sviluppo di una resistenza alla forza fino ad arrivare ad un aumento della forza massima finalizzato alla produzione di quanto più lavoro possibile nell’unità di tempo (potenza).

Gli esercizi di forza e resistenza nel Functional Training sono sempre abbinati con esercizi di equilibrio e propriocezione e consentono un’attivazione metabolica di alto livello tale da garantire adattamenti organici funzionali che garantiscono a chi si allena con costanza di raggiungere alti livelli di performance fisica.

Riassumendo
Il Functional Training, è un sistema di allenamento che attraverso un approccio globale e reale alla preparazione fisica, non ha limitazioni di alcun genere e permette a chiunque di riscoprire le sue potenzialità.

Il Functional Training è un sistema di allenamento finalizzato a migliorare il movimento in tutte le sue varianti.

Il Functional Training non vuole escludere le altre metodologie, ma le riassume e le completa, infatti con esso vengono messi in pratica i principi biomeccanici e bioenergetici che regolano il movimento

L’importanza dell’acqua in una corretta alimentazione

L'importanza dell'acqua in una corretta alimentazione

In corso di attività fisica il fabbisogno di acqua aumenta. Relativamente alle necessità di idratazione è buona regola “cercare di anticipare la sensazione di sete”, in altre parole bere “quel tanto che basta” da non percepire sete in corso di attività. Quando insorge la sensazione di sete è stata raggiunta la “soglia di disidratazione”, che corrisponde ad una perdita di acqua del 3% del peso corporeo, ma una perdita del 2% e già sufficiente a determinare un calo del rendimento muscolare. Se la perdita di acqua raggiunge il 5%- 6% del peso corporeo insorgono crampi e spossatezza.
Indicativamente il consumo di acqua consigliato per attività fisica di media intensità, di durata non superiore ad 1 ora, è compreso tra 400 e 600 ml (esempio: un bicchiere di acqua prima di iniziare l’attività ed un bicchiere di acqua a fine attività). Le attività fisiche di media intensità comprendono: la camminata veloce, la “palestra” (con esclusione di esercizi particolarmente intensi quali trazioni alla sbarra e piegamenti alle parallele), la camminata mista a jogging (con durata della fase di jogging inferiore a 20 minuti/ora).
Come posso sapere se sto bevendo in maniera adeguata?

Il volume di urina escreto in 1 giorno, da una persona adulta, è mediamente di 1500 ml ed il numero di minzioni giornaliere è inferiore a sette. Per comprendere se il livello di idratazione sia adeguato è utile osservare le urine:
se le urine sono incolori o debolmente colorate (colore giallo- oro) e non “puzzano” si sta bevendo a sufficienza.
Nel caso non si beva a sufficienza cala la quantità di acqua presente nelle urine che diventano gialle o giallo scure ed emanano un odore intenso (in conseguenza della concentrazione dei soluti urinari).

3 errori che fanno le donne in palestra

Da molti anni lavoro in centri fitness e in tutto questo tempo ho potuto constatare che le donne svolgono i loro allenamenti trascurando importanti fattori.

Questi errori si possono riassumere in tre categorie: l’eccesso di attività aerobica, lo scarso impegno negli esercizi di tonificazione e la mancanza di esercizi con pesi liberi utilizzando inoltre carichi appropriati.

N 1: troppa attività aerobica

Vedo sempre, in tutte le palestre, ragazze che passano ore sullo step o sul tapis roulant, che fanno bagni di sudore, arrivando spappolate a fine allenamento ma che non riescono a perdere i cuscinetti sui fianchi. Eppure sono convinte di fare tutto il necessario per eliminare grasso e cellulite: anche i muri ormai sanno che l’attività aerobica favorisce il consumo dei grassi e migliora la microcircolazione. Però i muri non sanno che l’eccesso può portare al risultato opposto. Queste effetto è dato dalla risposta endocrina all’attività fisica.

Allenamenti troppo lunghi e troppo provanti per il corpo, come sono appunto le ore passate a sudare sullo step favoriscono il rilascio da parte dell’organismo di cortisolo il più grande nemico del dimagrimento. Il cortisolo è il cosiddetto ormone dello stress, in quanto viene secreto dalle ghiandole surrenali in conseguenza di condizioni di stress protratto nel tempo come un allenamento aerobico prolungato. Il cortisolo è una sorta di segnale per il corpo che indica una situazione di emergenza, di eccessivo affaticamento, è una sorta di freno utilizzato dall’organismo per contenere i danni che questa situazione potrebbe creare in caso di eccessiva durata. Gli effetti principali di questo ormone sul corpo e sulla forma fisica sono: il rallentamento del metabolismo, l’aumento della ritenzione idrica, il catabolismo della massa muscolare e la stanchezza generale.

Quindi il cortisolo non solo impedisce al corpo di ridurre i cuscinetti sui fianchi e di dimagrire, ma promuove esattamente l’effetto opposto favorendo l’accumulo dei liquidi, il gonfiore alle gambe e il deposito dei grassi.

Questi sono i classici effetti del cosiddetto “sovrallenamento” ovvero una particolare condizione fisica prodotta dall’eccessiva attività fisica in cui il corpo tende a gonfiarsi, ad avere scarse energie e ad ingrassare.

N 2: pochi esercizi di tonificazione

La credenza popolare che sollevare i pesi faccia inevitabilmente crescere i muscoli ha generato nelle donne dedite all’attività fisica la fobia collettiva dei muscoloni tipo culturista che si potrebbero sviluppare anche solo guardando le macchine per gli esercizi di tonificazione presenti in ogni palestra. Pertanto il pubblico femminile dei centri fitness considera l’attività di tonificazione un pericolo per la propria linea e si impegna solo marginalmente in tale attività.

Questa convinzione è assolutamente sbagliata. L’attività isotonica è fondamentale per ottenere un corpo magro e sodo. Il mito dell’eccesiva crescita muscolare è completamente privo di fondamento per le seguenti ragioni:

i muscoli crescono per la presenza degli ormoni maschili che sono ovviamente scarsi nelle donne

per fare crescere i muscoli occorre un’alimentazione adeguata ovvero ipercalorica ed iperproteica, senza l’apporto di parecchie calorie e parecchie proteine il corpo non ha risorse per fare crescere i muscoli

l’allenamento deve essere estremamente pesante dato che il muscolo cresce solo se è obbligato da esercizi che lo portano a spremersi al massimo.

Basta considerare la dedizione e l’impegno che deve mettere un uomo per sviluppare la massa muscolare come può essere possibile per una donna, che non ha un profilo ormonale favorevole, non cura l’alimentazione in modo specifico e non impegna tutte le proprie forze nel sollevare pesi, sviluppare muscoli enormi semplicemente facendo qualche esercizio di tonificazione? La risposta a questa domanda è che non è assolutamente possibile che sollevando qualche peso una ragazzi si ritrovi i muscoli di un uomo

Un maggior tono muscolare comporta un aumento del metabolismo basale, quindi un maggiore dispendio calorico a riposo ed in qualunque momento della giornata. Se i muscoli sono più tonici il corpo brucia di più.

Per queste ragioni è importante svolgere esercizi di tonificazione due o tre volte la settimana e farlo con impegno, dato che sono la parte più importante dell’allenamento visto  risultato a cui portano.

Per una donna che vuole dimagrire o rassodarsi è importante dedicare dai 30 ai 60 minuti dell’allenamento (diciamo il 60/70% dell’allenamento) al lavoro di tonificazione per ottenere muscoli sodi e tenere alto il metabolismo nonché rafforzare ossa, tendini, legamenti e prevenire dolori articolari come il mal di schiena.

N 3: trascurare gli esercizi di base eseguiti con pesi liberi utilizzando carichi appropriati

La vasta gamma di esercizi che si possono fare in palestra si può suddividere in 2 categorie principali: gli esercizi base in cui un unico movimento fa lavorare contemporaneamente un certo numero di muscoli e gli esercizi complementari nei quali invece lavora un singolo muscolo detti anche di isolamento. La prima categoria è caratterizzata da movimenti che coinvolgono varie articolazioni, per tale motivo diversi muscoli si contraggono per eseguire tale movimento e sono chiamati anche multiarticolari. Un esempio è il piegamento sulle gambe o squat, questo esercizio si sviluppa muovendo le articolazioni di caviglia, ginocchio ed anca e coinvolge i quadricipiti, i glutei, i bicipiti femorali, i lombari, gli adduttori ed altri muscoli minori.

Nella seconda categoria rientrano gli esercizi monoarticolari, così definiti perché coinvolgono una sola articolazione. Un esempio sono le adduzioni (chiusure) delle gambe che si eseguono aprendo e chiudendo l’articolazione coxofemorale (l’anca) e muscolarmente fanno contrarre gli adduttori (interno coscia).

Gli esercizi base si eseguono utilizzando i pesi liberi, mentre esistono un numero infinito di macchinari e di piccoli attrezzi per fare gli esercizi complementari.

Devo aggiungere che gli esercizi base, facendo lavorare diversi muscoli contemporaneamente, sono molto più faticosi dei complementari e questo dovrebbe fare capire che sono anche più efficace nel tonificare il corpo.

Generalmente le donne però preferiscono svolgere esercizi appartenenti alla seconda categoria, perché si eseguono utilizzando comodi macchinari, perché sono appunto meno faticosi e perché ricordano meno il sollevamento pesi ed i muscoloni.

Questo è il terzo grave errore che le ragazze fanno in palestra: non eseguire gli efficacissimi esercizi base come lo squat e gli affondi, ma limitarsi a fare qualche esercizi di isolamento come gli slanci per i glutei o le adduzioni per l’interno coscia.

I risultati che si ottengono con gli esercizi multiarticolari non sono riproducibili con nessun altro tipo di attività fisica! Solo questi esercizi fanno contrarre e quindi rassodare tutte le fibre di un certo muscolo, inoltre come abbiamo appena detto, con pochi esercizi facciamo lavorare vari muscoli. Questo permette anche di rendere più breve l’allenamento (ricordate il discorso del cortisolo legato alla durata dell’attività?).

Riassumendo

Un allenamento non deve durare più di 60/70 minuti. Deve prevedere esercizi di tonificazione con manubri e bilancieri da svolgere con carichi con cui si sente faticare i muscoli, ed una parte di attività aerobica di non più di 40 minuti (meglio se rimane entro i 30) da fare con una lezione o sulle macchine da cardiofitness. Lavorando in questo modo il corpo dimagrirà ridurra la cellulite ed i muscoli diventeranno più sodi valorizzando maggiormente le curve e la femminilità.

POSTURA CORRETTA IN AUTO

POSTURA CORRETTA IN AUTO

Gran brutta cosa, il mal di schiena!
Secondo varie statistiche, sembra che in Europa ci sia almeno l’80% delle persone che si lamenta per qualche dolore (più o meno importante) alla schiena, il classico mal di schiena.
Normalmente ci si sente dire dalla pubblicità che il mal di schiena è causato, da un colpo d’aria, per l’uso sbagliato di una sedia, dalla postura sbagliata che manteniamo normalmente ogni giorno specialmente durante il lavoro ad esempio di fronte a un computer in ufficio.

Ma la postura corretta in auto?

Si tende a trascurare spesso questo aspetto ma l’incidenza della postura in auto su questo genere di problemi alla schiena, ha una notevole rilevanza e non bisogna necessariamente essere tassisti, camionisti, persone che passano l’intera giornata in strada, per risentirne fisicamente.In auto, tendenzialmente non si cura molto la posizione di guida più corretta al fine della salute, forse perché molte persone sottovalutano il tempo della propria vita trascorso nell’abitacolo ed i danni al corpo di una postura scorretta in auto.

La posizione seduta in auto, costringe la colonna vertebrale ad assumere una posizione diversa da quella fisiologicamente corretta, per questo motivo la conformazione del sedile, il tipo di strada percorsa e l’efficienza delle sospensioni, hanno una rilevanza particolare nel favorire o meno l’insorgenza di dolori identificati genericamente come mal di schiena.

Ecco alcuni consigli su come sedersi bene all’interno nell’auto, per correggere la postura e stare comodi durante i lunghi spostamenti o le code in autostrada, a garanzia anche di una maggior sicurezza di guida.

Regola la distanza dal volante e dai pedali in modo ottimale:

Con i piedi in appoggio sui pedali, le gambe devono essere leggermente piegate con un angolo di circa 100°/120° . Regola l’altezza del sedile in modo da avere i fianchi leggermente al di sopra delle ginocchia.Posiziona le braccia, in modo da tenere il palmo della mano comodamente appoggiato sulla parte superiore del volante.

La postura più adatta:

Testa, collo, spalle, devono stare, il più possibile rilassati e dritti. In questo modo, la schiena manterrà la lordosi, ovvero la sua curvatura naturale. I vantaggi non si limitano solamente alla schiena.Stando dritti, la cassa toracica e l’addome si dilatano, evitando quindi di comprimere i polmoni e gli organi interni, in questo modo migliorerai la respirazione.

Inclinazione dello schienale:

Le spalle devono essere appoggiate saldamente contro lo schienale del sedile. Regola lo schienale a circa 15/20 gradi e tieni le mani sul volante nella posizione corrispondente a ore “9 e 15″ (posizione consigliata dagli istruttori di guida), la distanza del sedile deve consentire di raggiungere il volante senza piegare in avanti le spalle, in questo modo le spalle sono per forza appoggiate allo schienale, posizione necessaria per mantenere la postura corretta.Come prevenzione può essere molto utile uno spessore lombare con un diametro di circa 5 cm ( ad esempio il cuscino McKenzie), questo ti aiuta a mantenere la curvatura fisiologica del tratto lombare come nella posizione eretta, ottenendo così una diminuzione del carico vertebrale.
Durante i lunghi viaggi, fai una breve sosta ogni ora o ora e mezza, per fare qualche passo e stirare la schiena.

Regola correttamente il poggiatesta:

La parte centrale del poggiatesta deve essere alla stessa altezza delle orecchie. Infine, tra la testa e il poggiatesta ci dovrebbe essere una distanza pari a due dita.

Entrata e uscita dall’auto:

Anche questo aspetto è di particolare importanza, il busto e gli arti inferiori dovrebbero muoversi sempre sullo stesso piano, in questo modo eviti movimenti rapidi di torsione.Le stesse modalità di movimento dovrebbero essere applicate anche quando riponi o prendi oggetti dal sedile posteriore.

Oggetti nelle tasche posteriori dei pantaloni:

Un particolare che forse alla maggioranza delle persone sembra banale è ad esempio il portafoglio nella tasca posteriore.Ricordati di togliere il portafoglio dalla tasca dei pantaloni quando sei seduto alla guida ma anche quando sei seduto in una qualsiasi poltrona, il principale indiziato è proprio questo accessorio maschile.Stare seduti a lungo con il portafoglio nella tasca posteriore dei pantaloni potrebbe causare una contrazione da difesa da parte dei muscoli glutei e generare il dolore alla schiena, questo fenomeno, viene anche chiamato, la sindrome della tasca di dietro.