DIMAGRIMENTO LOCALIZZATO …..E’ POSSIBILE ??

DIMAGRIMENTO LOCALIZZATO …..E’ POSSIBILE ??

Tratto dal mensile di informazione scientifica “L’Accademia del Fitness” del professor Massimo Spattini

Quali sono le richieste fatte più frequentemente da parte dei fruitori dei servizi di un centro Fitness?
Sempre e costantemente : modellare il corpo, tonificandolo e sviluppandolo dove necessario, dimagrire nei punti in cui il grasso si deposita più facilmente.

Una domanda legittima di ogni appassionato di fitness e’:
Lo “Spot Reduction”, cioè la perdita di grasso localizzato tramite l’allenamento dei muscoli in prossimità dell’ area dov’è presente l’accumulo di grasso, è possibile oppure no?
Andiamo quindi a vedere insieme cosa dice la scienza dello sport.

Su questa domanda, al momento, la risposta risulta essere abbastanza univoca:
“Le correnti conoscenze sul rifornimento di energia, indicano che l’ esercizio fisico stimola la mobilizzazione dei grassi attraverso ormoni che agiscono su di essi tramite la circolazione sanguigna, ma non ci sono riscontri scientifici sul fatto che gli acidi grassi siano rilasciati in misura maggiore dalle zone adipose situate sopra i muscoli stimolati dall’ esercizio fisico”.

Pertanto, secondo la scienza ufficiale, lo Spot Reduction non è possibile.
Guardiamo però dove risiede la motivazione di questa affermazione, oserei dire molto integralista.
E’ stato pubblicato uno studio fatto su dei tennisti, (tratto da Nutrition , exercise and healt ” Frank Katch William Mc Ardle 1993) il quale dimostra che non vi è differenza tra le pliche dell’avambraccio destro e quelle del sinistro dei tennisti presi in esame. Non poteva, quindi, esserci dimagrimento localizzato, altrimenti il braccio utilizzato nella performance avrebbe avuto una plica più bassa! Ma, a ben pensarci, come ci si può basare su un sito plicometrico cosi poco valido dal momento che, come ben sappiamo, non è questa una sede preferenziale di accumulo adiposo? Avete mai visto un soggetto in sovrappeso nell’avambraccio?!!!! Sicuramente, lo studio sarebbe stato più completo se si fossero confrontati atleti provvisti più o meno della stessa percentuale corporea di grasso distinti in due gruppi: uno che utilizza prevalentemente gli arti superiori (p.es. canoisti) l’altro quelli inferiori (p.es. sciatori). Pertanto, non convinto da questo studio, mi sono rimesso all’opera e ho trovato uno studio molto interessante condotto dal Dott. Marco Neri, noto tecnico del settore “Fitness” e dal Prof. Antonio Paoli dell’ Istituto di Fisiologia dell’università di Padova pubblicato tra l’altro dall’ “European Journal of Phisiology “, i quali sostengono che lo SPOT REDUCTION sia possibile!

In questo studio furono allestiti due gruppi di lavoro composti sia da uomini che da donne (uno di studio, l’altro di controllo) e furono sottoposti ad allenamenti tri-settimanali simili come tipo di esercizi, ma diversi nell’ impostazione degli stessi.
Il lavoro era cosi distribuito:

1) Gruppo di studio:
30 /32 minuti di allenamento a circuito dove si allenano in tri set i gruppi nei quali si voleva verificare l’eventuale perdita di grasso localizzato (tricipiti, addominali, fianchi), intervallati da una stazione aerobica ( step o cyclette).
2) Gruppo di controllo:
eseguiva un circuito di sole stazioni aerobiche ( step , cyclette, tapis roulant) sempre per un totale di 30 /32 minuti.

Entrambi i gruppi alla fine dell’ allenamento allenavano i muscoli non sollecitati nel circuito precedente con 2 /3 serie e pause di 60 secondi

GRUPPO DI STUDIO

Cyclette
Addominali: crunch avanti Torsioni busto da seduto Tricipiti: spinte in basso StepAddome: crunch inverso
Tricipiti su panca
Tapis roulant
Addominali a “libro”: gambe gambe-busto Busto Torsioni con asta da seduto Torsioni Tricipiti con busto flesso a 90° CyclettePanca inclinata con 2 manubri Trazioni lat macchine d’avanti Alzate laterali braccia
Bicipiti alternati da seduto

GRUPPO DI CONTROLLO

Cyclette Step
Tapis roulant Cyclette Step Tapis roulant Cyclette
Panca inclinata con 2 manubri Trazioni lat machine davanti Alzate laterali braccia
Bicipiti alternati da seduto Tricipiti su panca
Crunch addominali
Torsioni con asta da seduto

8’ 1×20

1×100 1×20 5’ 1×20 1×20

5’ 1×20 1×100

1×20 5’ 1×20

1×20 1×20 1×20

8’  3‘   3  3‘   3‘  3’
6’ 3X10 3X10

3X10

3X10

3X20

3X20 3X100

A tutti i soggetti era stato chiesto di mantenere il loro regime alimentare abituale.
Alla fine dell’ esperimento, dopo 6 settimane, entrambi i gruppi erano significativamente dimagriti ma:

È interessante notare come gli spessori delle pliche fossero diminuiti in maggior misura sui muscoli inseriti nel circuito del Gruppo di studio ( tricipiti, addome, fianchi ), così come,altrettanto interessante risulta il fatto che nelle donne ci fosse stato un calo molto significativo anche nelle pliche delle cosce!!!

Da questo quindi ne consegue che, a mio modestissimo parere, lo SPOT REDUCTION sia possibile!!!

Questo studio, infatti, evidenzia come un’alternanza di esercizi che riguardano gli arti superiori, il tronco e gli arti inferiori, inseriti in un circuito cardio, produce maggior dimagrimento nelle zone limitrofe ai muscoli sollecitati negli esercizi della tri-serie, per effetto di un’azione di stimolo sul sistema circolatorio che consente, quindi, una maggior mobilizzazione dei liquidi dove sono in eccesso ed un più semplice arrivo di ormoni lipolitici nelle aree messe in moto (tricipiti, addome, cosce

Cosa è L’allenamento funzionale

FUNCTIONAL TRAINING   (allenamento funzionale)

L’allenamento funzionale nasce con il movimento articolato finalizzato a uno scopo motorio, utilizzato fin dai primi esseri umani.

Pratichiamo allenamento funzionale per allenare il muscolo per la “funzione” per cui è stato predisposto.

Per capire meglio,  il grande gluteo, il muscolo più potente del nostro corpo, il più grosso e il più forte ha come azione principale  l’estensione.

Possiamo quindi funzionalmente definirlo muscolo propulsore. Da sempre è indispensabile nelle attività che fin dalla notte dei tempi ci hanno permesso di sopravvivere, come correre, saltare, camminare in salita.

Nella corsa pero’ ad esempio, il gluteo non lavora da solo, ma è coadiuvato dal quadricipide. Se parliamo quindi di allenamento funzionale, non andremo a svolgerlo monoarticolare, ma dovrà essere un allenamento che coinvolgerà l’intera catena cinetica.

Questo tipo di allenamento nasce negli Stati Uniti, vengono rivalutati tutti quegli esercizi come accosciate, piegamenti braccia, piegamenti gambe, salti e trazioni

Il functional training quindi permette di attivare in maniera complessa ma con movimenti naturali i propri muscoli, con azioni che ricordano movimenti che vengono effettuati nella quotidianità.

Al contrario dei macchinari utilizzati negli ultimi anni, per l’allenamento funzionale necessitiamo di attrezzature estremamente semplici, che però  sviluppano le qualità fisiche innate dell’uomo, legate ad un sistema muscolare che lavora in maniera sinergica e che produce un’azione motoria complessa, ma all’apparenza semplice, come sollevare un peso da terra per portarlo sopra la testa.

Alleneremo quindi sempre il corpo in maniera sinergica, mai in modo monoarticolare, utilizzando  manubri, bilancieri, kettlebells, corde, sacchi pieni di sabbia o acqua  etc, cosi’ sfruttiamo la resistenza naturale del corpo stesso e coinvolgiamo piu’ muscoli in maniera dinamica, attivando anche molto il sistema cardiovascolare.

Lavorando su alte  intensità degli esercizi funzionali, possiamo contenere al minimo il tempo di allenamento, compiendo comunque un work-out molto efficace.

Allenamento funzionale ci permette di avere quindi :

– riduzione dei tempi di allenamento

– intensa azione cardiovascolare

– azione sinergica muscolare

– movimenti in tutti i piani di lavoro

– coordinazione dei movimenti

Possiamo quindi intuire che puo’ praticare functional training sia l’atleta che vuole prepararsi per uno sport specifico, sia il semplice appassionato, che con questo allenamento potrà vedere a breve un netto miglioramento in:

  • coordinazione
  • resistenza
  • flessibilità
  • forza
  • composizione corporea
  • Vo2 max (potenza aerobica)

Questo allenamento, è quindi utile per qualsiasi persona di qualsiasi età o sesso, in quanto è possibile adattare ad ogni singolo individuo,  carichi ed intensità di allenamento, permettendoci anche di ritrovare un contatto con la natura, in quanto ben si adatta ad essere praticato all’aperto, ritrovando cosi’ sinergia con il nostro abitat naturale.